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sabato 20 marzo 2010

LE SMENTIBILI CRITICHE DI RONCHI


LE SMENTIBILI CRITICHE DI RONCHI
Di : Massmo Delù

Oggi c'è stata la manifestazione contro il DECRETO del GOVERNO sulla PRIVATIZZAZIONE dell'ACQUA.

RONCHI si è sentito subito in dovere, di spiegare, che l'acqua rimarrà di nostra propietà, ma sarà distribuita dai privati, lo hanno fatto per AUMENTARE l'efficenza e che è una DIRETTIVA EUROPEA .

Perfetto visto che seguite le direttive europee, quando manderete RETE 4 sul satellite, pure quella è una DIRETTIVA EUROPEA, che ci costa cento milioni di euro all' anno .

Secondo la FRANCIA sta tornando indietro, l'EUROPA se ne farà una ragione, quindi basta obbligarla a ritirare, la DIRETTIVA.

PROPIETA' o DISTRIBUZIONE, sono tutte CAZZATE, non perdiamoci in SEMANTICA, noi non siamo imbecilli, come i vostri elettori, l'acqua come minimo raddoppierà, come è raddoppiata in tutti i posti che è stata privatizzata.

In FRANCIA è successo cosi, sono raddoppiate le bollette e l'efficenza non è aumentata, infatti sono tornati all'antico, l'unica efficienza dei privati è quando devono licenziare del personale.

Poi non ho capito, non sta mica all' ITALIA salvare le SOCIETA' FRANCESI alludo a quelle dell' ATOMO e ovviamente a quelle dell' ACQUA appunto,

Sono in crisi per il DIETRO FRONT dei francesi e ora si stanno fregando le mani, sperano di ripianare i bilanci, con le acque italiane, mai !!!

Lo sapete che finirete TROMBATI per questa cosa e per il NUCLEARE, meno male era ora, godetevi ancora qualche mese, tanto non passerete l'estate !!!

Ci vuole ottimismo, lo ha detto B. e io sono OTTIMISTA, il CAPOLINEA è vicino !!!


Il decreto recepisce i principi comunitari di "economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento" per l'addifamento ai privati dei servizi pubblici locali o la scelta del partner privato nelle aziende miste[2]. Il decreto stabilisce inoltre che nelle società già quotate in borsa che si occupano della gestione di servizi idrici la quota di capitale in mano pubblica non sia superiore al 30%, lasciando quindi la maggioranza ai privati; d'altra parte, come già la legislazione previgente, lascia aperta la possibilità di una gestione interamente pubblica attraverso società cosiddette "in house", previo parere non vincolante dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.


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